Autotrasporto. La riforma del settore non soddisfa la committenza
Milano, 18 aprile 2012. Trasporto merci in conto terzi: le Associazioni chiedono l’intervento di Monti.
Sono tredici le Federazioni e le Associazioni Confindustriali che hanno firmato una lettera congiunta inviata al Presidente del Consiglio, per esprimere la forte preoccupazione delle Imprese riguardo il trasporto delle proprie merci effettuato da vettori terzi.
L’attuale disciplina, introdotta a seguito della riforma del settore voluta dal Governo precedente nel 2005, ha subito nel corso degli anni numerose modifiche fino a giungere all’attuale che, a detta delle Associazioni, impone di fatto un sistema di tariffe minime obbligatorie a carico della committenza, dietro il pretesto della sicurezza stradale.
“Si tratta di una disciplina che, a tutti gli effetti, contrasta con la concorrenza e l’apertura dei mercati e che assume a pretesto una non dimostrata tutela della sicurezza della circolazione stradale” si legge nel testo della lettera, che chiama in causa lo stesso Monti al quale viene rimproverato di aver escluso dalle azioni di liberalizzazione promosse dal Governo, il settore dell’autotrasporto.
Il costo del servizio di autotrasporto merci in conto terzi per distanze superiori ai 100km giornalieri, non è determinato attraverso la libera contrattazione tra Committente e Vettore, bensì dall’Osservatorio sulle Attività di Autotrasporto, organismo operante in seno al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, che stabilisce periodicamente il costo minimo di esercizio dell’impresa di autotrasporto con l’obiettivo di garantire il rispetto dei parametri di sicurezza stradale. Scopo nobile quello del Legislatore se tale determinazione non si traducesse, di fatto, nella fissazione di una tariffa, così come ha potuto constatare anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha più volte espresso la propria opinione attraverso Segnalazioni e Pareri, l’ultimo datato 5 marzo 2012.
L’Antitrust ha evidenziato come “l’esigenza di garantire il rispetto di parametri di sicurezza, normativamente previsti, possa essere comunque soddisfatta attraverso misure più coerenti con i principi di concorrenza” e come le determinazioni adottate dall’Osservatorio risultino “in contrasto con i principi e le disposizioni di tutela di concorrenza a livello nazionale e comunitario”.
L’insostenibilità economica di tale sistema tariffario e l’incompatibilità con i principi della libera concorrenza, avevano già spinto la stessa Committenza ad altre azioni contro il sistema dei costi minimi; alla fine del 2011 le stesse Associazioni avevano presentato un ricorso al TAR del Lazio per richiedere un intervento sull’attuale normativa, procedimento che è ancora in corso.
L’intera Committenza si dice ampiamente disponibile a ragionare sul tema della sicurezza ma a condizione che lo si possa fare nella massima trasparenza e nel rispetto del principio di libera concorrenza, e chiede al Presidente del Consiglio un intervento urgente e deciso prima che la diaspora tra Committenti e Vettori possa avere conseguenze gravi sull’economia e la mobilità dell’intero Paese.