Dalla materia prima alla lavorazione e al riutilizzo, quello del cartone è un ciclo ecologico, dal momento che, in Italia, è composto per l’80% da fibre riciclate e solo per il 20% da fibre vergini, provenienti per lo più da foreste di conifere e latifoglie, coltivate e gestite dall’industria cartaria.
È quindi erroneo credere che la distruzione delle foreste sia correlata alla produzione cartaria. In realtà è esattamente l’opposto: la produzione cartaria da fibre vergini, sostenuta dal forest management, determina un incremento della superficie boschiva. La distruzione della foresta tropicale non è di certo imputabile all’industria cartaria: oltretutto è noto che la qualità della fibra che si ottiene dal legno tropicale è poco adatta alla produzione di carta e cartone. Al contrario, le foreste della cintura boreale – valutabili in 100 miliardi di metri cubi – si stanno espandendo al ritmo di 1,3 miliardi di m³/anno, mentre ne vengono utilizzati per uso industriale circa 600 milioni di m³, con un tasso di crescita che supera di gran lunga quello di abbattimento (meno cioè del 50% della crescita). Oggi l’aumento annuo delle foreste in Europa equivale a 6.450 Km², pari all’estensione di 4.363 campi di calcio al giorno (Fonte CEPI, FAO).
Per un ambiente migliore
Il cartone ondulato deriva da risorse rinnovabili. Le sue fibre sono biodegradabili e riciclabili al 100%. Riciclare non solo comporta un tangibile vantaggio economico, ma riduce al minimo la quantità di materiale da imballaggio depositata, dopo l’uso, nelle discariche. Il macero ritorna nel ciclo produttivo del cartone ondulato e rappresenta, in Italia, ben l’80% della materia prima impiegata per la sua produzione. È necessario, infatti, arricchire le fibre del materiale di recupero – che hanno perso con l’uso parte della loro originaria resistenza – con nuove fibre vergini, per ripristinarne le prestazioni e mantenere uno standard di qualità costante. Una percentuale di recupero elevata, tanto più se la si confronta con quella media di altri materiali impiegati per la realizzazione di imballaggi da trasporto.
Con l’utilizzo del cartone ondulato si limita il problema dello smaltimento dei rifiuti. Dei circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani che si accumulano ogni anno in Italia, 4,7 milioni di tonnellate sono rappresentate da imballaggi cellulosici immessi al consumo. Grazie al virtuoso meccanismo della raccolta differenziata e allo sviluppo delle convenzioni, la quota di recupero della carta e del cartone è ad oggi pari all’88%. Le norme legislative sul tema vedono il cartone ondulato come materiale favorito per le sue caratteristiche. Infatti, a differenza di altri tipi di materiali, esso è biodegradabile al 100%, si distrugge praticamente da solo, non produce fumi nocivi se incenerito e può essere riciclato continuamente.
In quanto monomateriale, il cartone ondulato non necessita della fase di separazione prima dello smaltimento. Una volta portata a termine la sua funzione originale, viene convertito in un nuovo materiale utile, attraverso l’operazione di riciclo. La fibra che viene recuperata dal macero di carta e cartone può essere nuovamente riciclata dalle 5 alle 7 volte. La quantità di macero riciclata in Italia ogni minuto è pari a 10 tonnellate. Grazie alla sua versatilità, il cartone ondulato è un prodotto amico. Al termine della funzione d’uso a cui era stato destinato, può vivere una seconda o terza vita. Può contenere e proteggere nuovi prodotti, può spostare e movimentare effetti personali, diventare contenitore per abiti o giocattoli da riporre in armadi.
Gifco è costantemente impegnato ad incrementare la raccolta di carta e cartone, collaborando alle varie iniziative per la raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale.